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PATER MEUS

Padre mio,
Ora che le maniglie d'ottone
Sono calde come
La tua pelle levigata dal tormento
Piove.
Tra i sonagli di un'estate
Il tuo profumo è diventato quello
Di una zappa secca
All'angolo del ricovero.
La terra dispettosa e
L'acqua indifferente
Hanno segnato il tuo corpo
Che adesso è
L'acero del giardino.
Non arrenderti
Le colonne del tempio
Non invecchiano e
Se scomparissero io
Sarò pronto a raccontarle.

 

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7 commenti:

  • Antonella De Marco il 03/06/2007 13:02
    Belle parole andrea, accostamenti originali che trasmettono forti emozioni.
  • lory giacobbe il 01/06/2007 09:39
    Bellissima bravo
  • sara rota il 31/05/2007 20:44
    Bellissima ode ad un padre che seppur sta diventando vecchio, potrà sempre contare sull'amore del figlio...
  • Andrea Melegari il 31/05/2007 19:48
    Dopo questo complimento, non posso che dedicarti il mio pianto. Grazie Roberto
  • roberto mestrone il 31/05/2007 19:09
    Avevo già letto la tua : ''Vent'anni insieme''.
    Hai molta stoffa da vendere nella lirica!!
    La tua voce è nuova e incisiva, colma di significati che penetrano nel cuore.
    Bravo!
    Ro

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