Mentre i tuoi occhi misto sonno
ancheggiano tra le pagine atemporali
della mia storia evasa
dal grembo di una penna sognante,
a te mi rivelo
in consistenza di realtà
tinta di lacerante maledizione,
nel vortice del tempo gettata
e sfigurata da mille pugnali
di una condizione violata;
accendi sul tuo sguardo
l'amorevole lucernario
che Dio ti ha ricamato sul cuore
e vedrai mille cenerentole
maledire e maledirsi,
a cui dovrai far arrestare
il treno dei tuoi malfermi pensieri;
mi troverai
favola svergognata
in un angolo di parco
coccolato soltanto
da un buio indifferente
mentre fui insignificante, banale carne
per gli appetiti di un orco
senza nome nè pietà
mi rinverrai
rantolante nel forno di una fabbrica
mentre imploro la morte
di non sottrarmi al bambino
che ho appena donato al mondo
sì, mi vedrai anche
tra le fauci di un laboratorio clandestino
incatenata a un lavoro non lavoro
schiava di ore che non ritornano
per un piatto di riso
crudo e rancido:
e mi vedrai
tra le sbarre urlanti di una fetida cella
a scrivere su mura umide
la mia consapevolezza di avere sbagliato
e il mio desiderio di rinascere
per me stessa e per la società;
sarò una madonna
che custodisce in sè
la magia di una nuova nascita
e che forse un povero frate aiuterà;
mi incontrerai
pendolare assonnata ma fiera
a bordo di un treno color speranza
avvinta all'albero instabile
di un lavoro precario e malpagato
mi vedrai sostare
nella chiesa di una grande città
a pregare che mio figlio
possa avere quanto non ho avuto
a invocare per lui un padre vero;
la realtà proverà a violentarmi
a farmi rimpiangere
di essere esistita
e di volermi chiamare vita
ma io, Cenerentola dorata
saprò sempre inventarmi donna
e sempre avrò fiato con me
per salire sulla corriera
che mi conduce alla compiuta felicità.