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Piazza Fontana
Diciassette anime strappate
dalla scia composta e fiera dei loro sogni
avvolte nell'urlo vigliacco
di una bomba sfuggita a ogni nome;
piazza Fontana,
12 dicembre 1969,
sferragliare di tram assonnati
ricolmi di ansie e fatiche studentesche
e di processioni di veri lavoratori
lo sguardo della Madonnina
sostenuto dal sorriso basaltico
e mai annerito
di guglie che pavoneggiano
la loro genesi gotica
come a volerla donare all'urano;
solo pochi metri lontano,
il fiero e brulicante svolgersi
del quotidiano contabile e finanziario
di una robusta e orgogliosa banca;
non vi fu chi vide
una mano sanguinante e sghignazzante
strisciare come il verme più bieco
in uno squarcio di destino traditore;
un ticchettio assassino
si annidava tra le scie di parole
di gente ignara e onesta
il conto alla rovescia
di un massacro ribollente di maledizione
a comporsi cominciava
tra le ordinarie trafile dei cassieri
e si aggirava
lucido e impietoso
tra gli interstizi
di sportelli bancari indifesi;
il Duomo riposava inconsapevole
avvinto nel mantello delle sue preghiere
solo lo scoppio
prese allora la parola
camminando su una miccia di lacerante precisione
e parlò una volta sola
inghiottendo ogni altra parola
in un cono d'ombra.
Piazza Fontana
quella stessa mano
che mai rivelò il proprio nome
nascosto tra dita di rame
si ostina ora a non manifestarsi
ebbra di processi
che trovarono colpevoli
e li disfarono in una folata di incertezze;
sfilarono concetti e generalità anagrafiche
su una passerella di confusione e rabbia
terrorismo,
strategia della tensione
anarchia, matrice di destra
Valpreda, Freda, Ventura, Giannettini
quarantadue anni
di depistaggi e ripensamenti
che ancora graffiano la pelle
di poveri innocenti;
dipingere o rinchiudere in parole non si può
la lacerazione rivoltante del morire
senza sapere chi volle
che tu ti chiamassi morte
la mano codarda
si rintana ancora
in un filo di compiacente ombra
mentre una lapide ricordo
la osserva impotente e gemente
senza che il destino le possa concedere la voce
per rivelare dove essa si celi.
Giungerà il giorno
sì, giungerà
dove vi sarà chi vi spiegherà
perchè dal mazzo di carte
di una vita che ha scelto di procedere cieca
siate stati estratti proprio voi,
Giovanni Arnoldi,
Giulio China, Eugenio Corsini
Pietro Dendena, Carlo Gaiani,
Calogero Galatioto, Carlo Garavaglia,
Paolo Gerli, Vittorio Macchi
Luigi Meloni, Gerolamo Papetti,
Mario Pasi, Carlo Perego,
Oreste Sangalli, Angelo Scaglia,
Carlo Silva, Attilio Vale.
Vivere per voi
sarà anche non reprimere mai
il desiderio di poter capire
chi tanto subdolamente
vi abbia potuto colpire.
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1 recensioni:
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- una poesia che ricorda in modo chiaro e autentico l'evento, la narrazione poetica lancia le immagini di quella mattina direttamente nell'animo del lettore. La mano che agì ancora sconosciuta o forse solo celata dal velo del potere. una ottima denuncia una bellissima poesia
- una poesia bellissima: la sua capacità di cogliere i particolari e raffigurarli abilmente nei suoi versi, conduce con leggerezza a quei momenti di terrore facendo rivivere la commozione e la rabbia provata da chi è stato coivolto, direttamente o indirettamente, da questi tragici eventi...
complimenti!
se lei volesse ci si potrebbe dare del tu...
saluti
Giacomo
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