Sa confondersi
e nell'incrocio dei venti,
separa anche l'alito del canto
che scivola, sulle spalle
e poi sul collo si anella.
Mi fa scialle negli inverni
più bianchi,
dove gelano le lenze sul fiume
e le cime rosate dei monti,
coralli che fendono il cielo.
Ha pallore di notte,
mescolato al bianco lenzuolo
che inzuppato d'insonnia greve,
pesa sulla diafana pelle.
Sa uccidere i sogni,
strangolarli con fili di nubi
che annoda fino a farli morire
e distesi li lascia
sul prato.
Non esiste di limpida ampolla
il rivolo chiaro che nutre
e disseta l'arsa mia gola
che pronuncia
distorte parole.