username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Ultimi di Auschwitz

L'allarme arresta a picchi
i richiami al lavoro
con il suono di una ritirata,

e ci si affretta
a battere con le pale tra le pietre
per sentire la terra deviare
su l'idea di uno stupro alle radici
con il tendine umano
percosso degli uomini
che si calpestano i talloni
per cercare uno spazio
su i loro addomi.


Si ci rialza al mattino
coprendosi il volto
col profilo del gomito,
per la polvere.


E chi sostiene il nuovo peso
è l'ultimo del giorno precedente
che tiene lo straccio
su le corde
per indicare una resa
sul tiro dei suoi compagni,


chiamati uno ad uno
coi nomi su le casacche
bianche e nere come il re caduto
di un scacchiera
e il suo stendardo
piantato sul cemento,
le ossidazioni intorno al ferro,
e un silenzio fattosi ideale
della paura.


Dopo che l'altalena
come un pendolo incostante
ebbe compiuta la traiettoria
già raccolta dalle giunture dei rimasti
per piantarsi tra la ghiaia
fra le orme nei campi
che riunivano il fango
su le ruote di una carriola,


prima che il piede potesse crollare
tra le labbra di un bambino,
dove il seno di una sconosciuta
poi rinnovò il latte con la fede.


E ne prese la sete come la fame
per ripudiare l'errore:

il terzo passaggio
su l'innocenza
che scolava come un'emorragia
su la sua mano.

 

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

1 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati
  • Raffaele Arena il 22/01/2012 23:16
    Poesia che esprime un orrore difficile da sintetizzare in versi. Certo che fa effetto, riporta alla memoria delle immagini, dei suoni, i lamenti, la crudeltà. Drammaticamente appassionante e scritta perfino in modo leggero. Apprezzata molto

12 commenti:

  • Anonimo il 03/02/2012 16:27
    un realismo profondo in questi immagini di terrore difficili da trattare.


    chiamati uno ad uno
    coi nomi su le casacche
    bianche e nere come il re caduto
    di un scacchiera
    e il suo stendardo
    piantato sul cemento,
    le ossidazioni intorno al ferro,
    e un silenzio fattosi ideale
    della paura.

    Bella. Ciao A. A.
  • alta marea il 28/01/2012 13:42
    Non ho avuto la forza di visitare quei luoghi di sterminio, spero un giorno di farlo. devo dire che la tua opera da un senso vero di dolore.
  • A. A. il 07/01/2012 08:52
    Vedi mariateresa, non sono ancora chi o cosa dovrei essere. E la realtà non è facile da trattare. Tuttavia con il tempo, il duro lavoro e la "lettura della realtà" e oltre di essa, dovrei riuscire a completarmi, per poi, ovviamente ricavare da ciò che ho seminato. Pochi Poeti riuscivano e riescono a trattare quel tema avvicinandosi alla realtà. Nessun essere umano può arrivare oltre.
    Grazie del commento
    Saluti
    A. A.
  • mariateresa morry il 05/01/2012 22:49
    Nel leggere questa tua, ho rivisto l'orrore di quell'abominevole campo dove sono andata in pellegrinaggio, alcuni anni fa.. devo dirti che per quanto la tua poesia sia forte ed intrisa del senso di oscuro e di disumana morte, la realtà di quel campo, a distanza di oltre 60 anni, è ancor più terribile... però ammetto e riconosco che è difficilissimo trattare questo tema in poetica... e riconosco che ci hai provato bene
  • Anonimo il 05/01/2012 18:10
    Scrivo questo ulteriore commento per "fare cassa" di punti, ammetto che lo scopo del mio commentarti è questo. e credo anche che il disfattismo non c'entri molto.
  • A. A. il 05/01/2012 13:29
    Quanto siete disfattisti e opportunisti.
    Non avete la capacità di vedere oltre.

    Ricreatevi, prima che le vostre pene cancellino il vostro buon senso.
  • Anonimo il 02/01/2012 21:15
    Mi correggo: volevo scrivere "Scontati"
  • STEFANO ROSSI il 02/01/2012 17:05
    sono pienamente daccordo con Lorenzo.
  • Anonimo il 02/01/2012 10:39
    Troppo esibizionismo ed effetti socntati per essere un poeta maledetto. Parere mio. Ah, dimenticavo: si scrive Poète
  • A. A. il 02/01/2012 01:48
    Come puoi chiedermi una cosa del genere?

    Sono un Poeté Maudit. Se non sai chi sono, leggi Baudelaire dopo Verlaine. Capirai.
  • Elisabetta Fabrini il 01/01/2012 14:33
    ti consiglio un bagno di umiltà!
  • A. A. il 30/12/2011 01:17
    Mh nessun commento eh. Bravi, continuate a leggere le vostre banalità e a compatirvi per la vostra ignoranza.

    Arriverete lontano.

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0