Ogni sera attendo
che ritorni.
L'attendo,
già pronto il bagaglio
per partire.
Insieme si potrà volare
oltre la linea latitante
del possibile.
Impazienze d'infanzia
ritrovo, e paure tra le scale
sempre in penombra,
Una siringa di luna
mi rivaluta l'ardire,
ora l'azzardo è reso verosimile.
Anche stasera l'attendo per partire,
ne scruto l'arrivo,
dietro un sipario setoso
che scosto
con l'indice eretto,
complice e cauto.
Un ultimo sguardo
sottratto alla soglia
della pazienza
s'imbeve di luce, già sento
il motivo del suo passo.
Dal mio sangue s'innalzano
stalagmiti, ideogrammi d'ansia letàre
che a stento trattengo.
Eccola, è lei!
la mia serotina stella.
S'avvicina, si affaccia
da una balaustra di nubi
e l'atteso segnale
m'invìa, mi avvio,
docile con lei
per il viaggio consueto,
trasgressivo.
Il gufo della notte
si appisola lontano.
Le ragnatele
hanno fili d'oro.