Avvampò e arse con forza, poi si spense.
Sul mondo calò la tenebra e tutti quelli che guardarono in alto
videro i resti di un dio, una sfera spenta color del sangue
che andava confondendosi nel vuoto cosmico.
Nessuno l'aveva previsto e ogni uomo restò attonito
per momenti che sembravano infiniti
finché non si resero conto
che stava arrivando la fine.
Scienziati, stolti, ricchi o poveri
avrebbero prima o dopo
condiviso lo stesso destino.
Cominciò coi venti, poi le piogge
ed il freddo nel buio perenne.
E tutte le forme vegetali
cominciarono a perire.
Per quanto l'uomo ed il politico
cercarono di mantenere il controllo
si scatenò il caos.
Fu la fine della civiltà
anche se a dirla tutta nemmeno prima
ce n'era stata poi così tanta.
Cominciò una triste e macabra danza.
La danza per la sopravvivenza.
Tutti a discapito di tutti cercavano
di sopravvivere il più possibile.
Non c'erano più leggi tranne una:
quella del più forte.
Cento anni dopo il mondo degli uomini
era quasi finito.
C'erano pochi gruppi ed erano tribù
di individui che avrebbero fatto paura
anche al diavolo.
E poi su una strada c'erano un padre
ed una bambina.
Non aveva mai visto il sole
perché era nata dopo.
Al petto stingeva una foto.
Un campo di girasoli
illuminato dalla luce diurna.
La stringeva al petto
come
per
riscaldarsi
il
cuore.