Osservavo con meraviglia e stupore,
come fosse la prima volta,
l'apertura alare dei gabbiani.
Volteggiavano, in alto,
in un celestiale azzurro
di inizio inverno.
Il vento gelido
alzava le mie vesti,
sbatteva sul mio viso,
scompigliava i miei capelli,
e loro, i gabbiani,
danzavano fluttuando.
Si alzavano, giravano in tondo
a volte si lasciavano andare
e poi...
scendevano in picchiata
non per catturare,
non per la preda,
non per rincorrersi,
semplicemente per volare.
Ali che si piegavano,
si spiegavano
incuranti dell'attrito.
Il potere
li rendeva grandi,
liberi di volteggiare.
Guardare in basso e vedere noi
in continuo movimento,
esseri piccoli,
insignificanti.
Che cosa pensavano?
Mi sono chiesta.
Avrei voluto essere lì
al loro posto,
pensare come pensavano loro,
per un attimo
solo per un attimo.
Ma non potevo
non avevo le ali.
Sono rimasta ferma,
a guardare, a pensare.
Vivere come un gabbiano.
La vita...
si può volteggiare in ogni momento
anche stando sulla terra ferma
perché il vento accarezza lo stesso,
quando lo si vuole sentire.
Chiudere gli occhi,
aprirsi e...
volteggiare, volteggiare.