I poveri non usano la tovaglia
non è un rito mangiare,
capita ogni tanto.
Ma dividono sempre il cibo
con il loro cane, come la rabbia
quando la dignità è grande.
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Anonimo il 18/01/2012 12:45
Chi è vittima della spietatezza economica resta sempre una persona pura e dignitosamente retta, questa poesia è bellissima sia per come è scritta che per la giustizia che invoca
una riflessione così apparentemente semplice che invece dovrebbe far riflettere tutti noi... versi graffianti ed eleganti che denunciano una grande verità. Complimenti
Questa è veramente bella, un gradino su tutte le altre. Condividere il poco cibo buttato alla buona su di una spoglia tavola, e sentire la propria rabbia salire per ciò che ci è negato dal destino avverso, in maniera proporzionale alla nostra dignità. Brava ed umana.
Una lezione... in versi.
Davvero bella, profonda e nella sua semplicità, ben scritta.
Complimenti e grazie per questa graziosa perla...
La custodirò fra i miei preferiti.
Grazie Loretta, purtroppo sono in aumento sia i poveri che lo spreco. Grazie a burocrazia, furbizia e avidità di una società che a volte ha ancora sprazzi intensi di solidarietà accanto a ignobili indifferenze.
i poveri, i veri poveri, nulla chiedono e non solo coi cani dividono
ma anche con gli altri sfortunati come loro, avendo fatto volontariato per 15 anni alla mensa caritas, ti posso dire che più che l'elemosina cercano il contatto umano, così che, quando offro la mia modesta elemosina, anzichè dare solo la moneta, mi fermo a parlare con loro, dandogli indicazioni dove poter passare la notte, etc e vedo nei loro occhi il pacere che hanno di sentirsi trattati come persone al di là dell'impersonale fredda elemosina, parlandoci so di cosa hanno realmente bisogno così che il giorno dopo porto loro coperte e cibo, che il mio amico sacerdote volentieri mi da, bellissima e profonda poesia, hai una bella anima