In un vecchio castello,
nei silenti cortili,
con la fedele Nikon
sfidavo fame e freddo.
Gli scorci tra la nebbia
ambivo a immortalare,
scalando antica pietra
la luce catturare.
Più che altro, poi, volevo
il piccolo scovare:
l'arbusto e il sassolino
vogliosi di brillare.
Finché m'apparve un fiore
ben dritto e solitario,
sí bello che il mio occhio
fu ebbro di colore.
In preda a strana febbre
mi misi lesto in posa,
puntando il mio obiettivo
sul cucciolo di rosa.
Ma prima di scattare
tremai di meraviglia:
parlò quel fiore e disse
"Non mi fotografare.
Non voglio mia bellezza
ridotta e catturata.
Perfetta sarà, invece,
se solo ricordata.
Per te la mia figura
non fu piccina e muta,
perciò non relegarla
a immagine svenduta.
Perfetto e opalescente,
così verrò descritto
nella tua viva mente
che ben sa rievocare.
L'immagine più bella
deriva dal poetare;
pensieri e fantasia
non puoi fotografare".