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18 Gennaio

18 gennaio '77
il treno partiva ed io
quasi piangevo:
partivo, quel giorno, soldato,
con l'animo incerto
e il groppo alla gola.
Tu
eri pietrificato:
sapevi che niente
sarebbe più stato com'era,
che dietro un mattino che sorge
tramonta una sera
sapevi
che ciò che era fatto era fatto
ed ora, per sempre
da te, veniva distratto
sapevi
che andare soldato
è uscire dal guscio
e il guscio diventa il passato
sapevi
che, quand'anche fossi tornato,
non più il tuo bambino adorato
nè il tuo ragazzo
formato da uno struggente
sogno d'adolescente
sarebbe tornato.
Sapevi che tutto finisce
e tu
non saresti più stato
del tutto felice
sapevi che il rischio
non sempre vale la pena
e così non volevi
spezzar la catena
ma solo fermare
un attimo
un attimo ancora
un minuto soltanto
un minuto di più
quel treno
la mia adolescenza
e la tua gioventù.

 

l'autore mauri huis ha riportato queste note sull'opera

Antica, come data e come pubblicazione. Oggi non si usa più, ma era una data che cambiava la vita. E forse non faceva solo male.


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8 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • mirtylla il 20/01/2012 13:54
    Preoccupazioni di un padre per un figlio che si distacca dalla famiglia per andare soldato, e che sa che questo lo farà diventare un uomo e gli cambierà la vita per sempre... ed il suo cuore vorrebbe trattenerlo ancora un attimo... ancora un attimo...

    toccante
  • senzamaninbicicletta il 20/01/2012 12:38
    bellissima questa immagine "dietro un mattino che sorge tramonta una sera" ricordo anch'io quel mattino e la sera che tramontò l'adolescenza. io fui più sfortunato. La tua poesia e una bella dedica e i versi sono quelli d'un ragazzo cresciuto. Tutta la poesia si incanala in desideri dalle forme indefinite di un padre che vede il figlio allontanarsi in un certo qual modo per sempre. "che andare soldato è uscire dal guscio e il guscio diventa il passato" tanta verità vissuta e riconosciuta. POesia amolto bella. complimenti

8 commenti:

  • Rosarita De Martino il 12/03/2014 20:20
    La partenza è sempre un doloroso distacco specie quando si va incontro ad una situazione di guerra incerta e dolorosa. Ti saluto poeticamente. Rosarita
  • mariateresa morry il 24/01/2012 09:39
    GLi altri hanno già detto cose intelligenti e bene a riguardo di questa tua poesia, non aggiungo altro, non per adeguarmi o per pigriazia, ma perchè le riconosco giuste per sottolineare il pregio delle tue rime. Bravo Ciao
  • Anonimo il 21/01/2012 18:44
    Molto bella, l'ho letta perchè attratta dal titolo. Per la data è una data molto importante che porterò sempre nel cuore. Complimenti all'autore
  • mauri huis il 20/01/2012 18:10
    Hai ragione. Grazie Giac
  • - Giama - il 20/01/2012 17:47
    in questi versi un percorso, la vita... che si mostra attraverso il dialogo genitore figlio e forse ancor di più tra il figlio e quel figlio che è a sua volta divenuto genitore!

    Nei versi "sapevi
    che, andare soldato,"
    toglierei le virgole, danno una pausa molto forte alla lettura; già il "sapevi" rallenta opportunamente.

    Bravissimo Maurì
    Ciao
  • mauri huis il 20/01/2012 17:45
    Grazie a voi. Troppo buoni. In effetti quello che vidi quel giorno sul viso di mio padre, scomparso tra l'altro in maniera tragica ormai da quasi 25 anni, non l'ho mai dimenticato. Tra l'altro ero il primogenito. E l'unico, poi, ad aver fatto il militare. Ancora grazie.
  • teresa maria serena ascanio il 20/01/2012 14:11
    Veramente meravigliosa, commovente!
  • Vilma il 20/01/2012 13:05
    versi molto toccanti

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