Come tanti fiammiferi
chiusi in una scatola,
in quei rozzi e sporchi vagoni,
si accasciavano a terra
sopraffatti dal peso del dolore
e da quella coperta suicida
satura di odori corporei.
La morte aveva cominciato
a mietere il suo raccolto
tra lacrime che pungevano
gli occhi inariditi dei rimasti.
Colpi e rumori secchi,
mamme che supplicavano invano
per i figli che piangevano... e cantavano.
Uno sguardo incredulo,
su una fronte incisa di recente,
dipingeva immagini indelebili
su quella tela nera
che ormai era la sua mente.
Si giocava
una delicata partita a carte,
ma loro non sapevano ancora
quale mano sarebbe stata
distribuita in seguito.