Non contornarti borioso
del gelo impenetrabile delle tue mura
perchè l'anima celata in mille anime
di pellegrini senza nome
ammantati di un'unica grande fede,
non ti possa davvero leggere;
quante volte la storia
ti invitò a salire
sulla carrozza di lacerante seduzione,
di una mondanità tentatrice
racchiusa in ragnatele di rame
di prebende, arrivismi e denaro,
e quante volte scorgesti gemere
serrando occhi che più non erano occhi,
il canto luccicante e prostrato
della vera, avvolgente missione pastorale?
Ruggisce indomito
il grido ancestrale del Savonarola,
quel fuoco in cui lo inghiottisti,
è lo stesso, serpente millenario,
cui concedi di morderti lo spirito;
ma io lo so,
l'ho sempre saputo
che la cupola da cui inviolabile si irradia,
la parola di una robusta cristianità
ti sanno far riscoprire
povero tra i poveri,
sì, avverto in me
come il balenare di una preghiera
ricolma dei baci dell'incenso,
che i fasti artistici incontaminati
che viaggiano su intenzioni mature di colori
tra i gorgheggi di pennello
della cappella sistina,
non riusciranno mai a spezzare
la tua dolce obbedienza al Vangelo;
oh Vaticano,
che troneggi
tra gli omaggi divini
di terzine dantesche
e pagine intarsiate
di carezzevoli encicliche,
fà che il faro con cui addestri la fede
a incunearsi nei meandri inesplorati del mondo,
non resti mai orfano della sua luce,
trapassa con la spada dell'amore,
ogni germe ignobile e traditore
di pedofilia insanamente taciuta e protetta;
e voi, porporati
scacciare sappiate per sempre,
i soldati del luridume terreno
che il vostro desiderio di gerarchia
induce a tuonare
più del rifulgere della vostra missione.
E allora
allora soltanto
Chiesa vorrà dire preghiera,
allora soltanto,
quel tabernacolo
che a voi stessi rende presenti,
il senso incandescente
del vostro terreno peregrinare,
sarà scintillio vivido
di un cielo di Paradiso
in cui il mondo potrà giocare
senza farsi male.