maldestre le mani della luna,
carezzano stanotte la mente
e tu ancora torni nei sogni
e nei pensieri.
Increspate onde di ricordi
invadono il mio tranquillo lido,
sconcertandomi.
E non so se chiamarti,
se volerlo, dall'ombra che
ti cela, per riprendere
il colloquio illusorio
e riparare alle nefaste parole,
agli atti crudeli che segnarono la fine,
oppure se è tempo invece
di intendere che il taglio è netto,
che vano sarà il tentativo
e nel solco più profondo del dolore
far germinare il seme dell'oblio.