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Siamo solo al nuovo inizio, dimmi che non è vero!

Cosa ci fa ancora quel cabarettista
all'interno di Palazzo Poroponsoli.
Forse non ha ancora portato via

il letto di Sputok?

Oppure quando telefona
al Monte, gli fa la cortesia
di chiedere:

stasera avrei un nuovo festino
vuol partecipare?
Non sà cosa si perde!

Questa restaurazione
fallita sul nascere
nello sgretolarsi della penisola.

Nell'avidità di alieni
che continuano imperterriti
come vampiri

a portarci via l'anima.
È proprietario di una squadra
che per simbolo è belzebù.

Adora il rosso, il nero
e ha una fame che non
ha mai fine, ci ha sfinito

con una televisione
rappresentata come simbolo
dalla biscia del fu paradiso.

Ha infangato, il residuo,
dignitoso, di un popolo
che non è più unito

e solo nella retorica
lo è stato, per interessi
sempre l'interesse.


Di chi ci ha lasciato
con il sangue, la speranza
di un sentimento identitario.

Lui chiama un partito
con il nome del nostro stato
come se lo stato fosse il suo.

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Alessandro il 30/01/2012 00:35
    Attraverso una lirica lunga ed elaborata, descrivi questo incubo ad occhi aperti, quasi insopportabile, che è la nostra odierna realtà sociale e non solo. Complimenti

1 commenti:

  • mariateresa morry il 29/01/2012 23:42
    Vorrei caro raf aggiungere tutte le sillabe che vuoi ( a parte che non ho la TV) però qua la strada è ancora molto lunga... propongo di nn andare più in automobile, e riscoprire cavalli se non altro potremmo tirare letame contro il meneghin!!

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