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In ricordo di Gino, lavoratore. 1900

D'astruso lavor a stento vivevi
in canottiera ed angusta visiera
fra rulli e fuselli intento
ad arte giuntare
dal far del giorno
al calar del sole
da spiccio vitto pausato
ed alcun provvisione
su cui poggiare
Sempr'in allerta
dai bravacci
gerenti vili e incolti
che non i ripari testano
ma i logori nerbi
con inganno
se il fiato tiravi
o umanamente peccavi
L'umile paga t'era
fatta sospirar
di malumor porta
e non sempre esatta
ma in difetto
la norma
e chino il capo
che 'l berlusco in testa
non ti dovesse allontanar
per l'illecita protesta
Moristi senza onor
fra dotti e roventi bulbi
per caso nello sgrondo
un mattino
il tuo rosticcio corpo
fu rinvenuto
senza clamor alcuno.

 

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3 commenti:

  • sara rota il 01/09/2007 11:36
    Avrei preferito parole un po' meno ricercate, comunque l'intento è buono. Sono sicura che Gino l'ha apprezzata.
  • Anonimo il 16/07/2007 11:55
    L'argomento è dei più attuali... e il tuo modo di scriverne è originale scorrevole. Complimenti.
  • Catalina Tassara il 10/07/2007 20:24
    Che bella Simone!!!!!

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