leggenda narra
che un tempo, sulla terra
tiepido era l'inverno,
somigliava alla primavera.
Un dì, dal suolo, cominciò
un leggerissimo vapore
a fuoriuscire
che sempre più in alto s'alzò
fino a ricoprire
fiumi, laghi, monti e pianure
e tutto apparve come nebuloso mare.
Una pecora sul monte Crostis a pascolare,
confusa da quel etereo biancore,
arrivata sulla vetta, un saltò spiccò
e nelle praterie del cielo si ritrovò.
Altrettanto fecero le sue sorelle
e in men che non si dica,
fu invaso il paradiso dalle pecorelle,
tanto che gli Angeli, con gran fatica,
cercando il loro flusso di frenare,
per ricondurle al terrestre ovile
per i riccioli del loro bianco vello
si misero a brandirle.
Ma le pecore si liberavano
e le angeliche mani s'empirono
solo del lanoso mantello.
Cercando gli Angeli d'aiutare
intervenne il vento
soffiando la fresca tramontana.
Ma infelice risultò il suo intervento,
le cose peggiorò...
i candidi fiocchi di lana
girando in danza leggera
come petali dei fiori in primavera,
appesantiti dal gelo della tramontana
cominciaron a cader giù.
Fitta, fitta, tutta la notte
la pesante lana cadde a frotte
e quando il mattino fece ritorno
la terrà mostrò un bianco manto.
Ed è da allora
che nacque l'inverno
ed è da allora che lieve
dal cielo scende la neve.