Mio caro amico,
frutto appassito
della mia giovinezza.
Ho qui con me
tutte le mie debolezze
e i miei dispiaceri
su quel silenzio
che fulmineo stramazzò
come un marcio tronco
sulla nostra strada.
Dall'uomo di merda
che io sono
lento
mi farò annegare.
E non sarà l'alcool
e non sarà il fumo,
a farlo.
Ma solo le radici
di quel marcio silenzio:
Il rancore e i sensi di colpa
e non esiste
e non esisterà,
credimi,
pena peggiore
nell'udire
dentro al mio cervello
il rumore dei vermi
che lenti ma voraci
ti divorano il corpo.
E non ci sarà oblio più oscuro
nel vedere
quando cercherò di far riposare
le mie stanche membra
il nero che a te t'avvolgerà
per l'eternità.
Amico mio,
perdona ti scongiuro
questo mezzo uomo
che ti ha assassinato
poiché
la sua amicizia
ti è stata tolta
da un silenzio
a te non dovuto.
l'autore STEFANO ROSSI ha riportato queste note sull'opera
Da questa poesia il mio primo romanzo "L'ultima malefatta"