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Labbra di Mare

Mi sono seduto più volte
al tavolo della felicità
esultava pure il cielo
Qualcuno lo apparecchiava,
c'erano labbra di mare
profumo di gelsomini
acqua ardente
succose arance rosse
e una musica lenta
ma il tavolo era tondo
Qualcuno lo girava
nella solitudine
piangevano pure le stelle
cambiava
il colore della vita
poi compariva
sotto il piatto una lettera
Dio sia lodato
non era per me...
tornavo a sedermi
al tavolo della felicità.

 

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4 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Giulia Aurora il 05/10/2013 17:15
    bella ma un po emblematica non si sa bene se sia bene sedersi a quel tavolo in quel aspettativa molto bella comunque
  • Raffaele Arena il 22/04/2012 22:23
    Bellissima visione onirica, quasi felliniana, nel senso di gioco di fantasia, emozione e parole.
    Apprezzata

4 commenti:

  • Maria Teresa il 28/01/2014 15:27
    Il tavolo che gira o che qualcun altro gira per noi:metafora della vita dove si susseguono felicità/infelicità, amore/solitudine, poi di nuovo momenti felici.
    Bella poesia, caro Sandrino, invita comunque alla riflessione.
    P. S. Quella lettera sotto il piatto, è sempre da temere?
  • soloio- samojaz il 08/10/2012 07:13
    Bellissimi versi Sandrino, un saluto dal Friuli.
  • Maria Rosa Cugudda il 15/05/2012 11:06
    Stupendi versi, gradita particolarmente!
  • Anonimo il 28/02/2012 15:23
    Molto bella... chissà se io mi siederò mai al tavolo della felicità?!!

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