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Vecchio basco amaranto

Vecchio basco amaranto, buttato in canto
dimenticato in qualche piega del passato
insieme al ragazzo di seta
che per un anno e non più
t'aveva indossato
oggi
come uno straccio che, in fondo a un torrente
svelto da un flutto riemerga, repente
m'hai dimostrato in un solo momento
quanto, e come, sono cambiato!
M'hai ricordato com'ero sottile
fragile e insicuro
e come sono adesso, più duro
ispessito e tenace
ma senza mai pace.
M'hai ricordato la prima divisa
e il taglio tattico prossimo a zero
che d'improvviso mi resero anonimo
e, primamente a me stesso, straniero.
M'hai ricordato il gelo pungente
in quel piazzale e in quelle camerate
dove smarrii affetti e privato
fino ad allora dovuti e scontato.
M'hai ricordato quei primi due mesi
in cui passai, come tutti, di tutto
e infine invece di uscirne distrutto
fui rafforzato, forgiato e temprato.


Vecchio basco mai troppo rimpianto
fin che non sei entrato nel mito,
vecchio amico incartapecorito
come un fiore schiacciato fra le pagine di un libro
solo adesso ricordo, anzi, solo ora capisco
cos'eri per me, qual sogno giovanile
quale ideale tu hai rappresentato.
Il mito della patria e del coraggio
come affinità culturale ed appartenenza
di cui ho perso traccia ed essenza
e quello del volo:
l'aria, l'altezza, la velocità
anzi lo schiocco e le brevi volute
con cui si gonfia ed in breve s'affloscia
subito, a terra, un paracadute.
Il miracolo d'elevarsi sulle leggi naturali
per un breve, effimero minuto
che però val la pena di esser vissuto.


Vecchio berretto anche allora un po' stretto

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l'autore mauri huis ha riportato queste note sull'opera

scritta nel 1995, diciotto anni dopo


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6 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Anonimo il 24/02/2014 18:23
    Avevo subito afferrato l'idea. Il mio era nero ed anche io sono sprofondato per 5 mesi nell'anonimato. Vecchi ricordi che avrei voluto dimenticare ma che invece oggi mi ritornano fortemente in mente per ricordarmi d'un tempo passato, di tanti errori fatti e che oggi potrei non più fare.
  • senzamaninbicicletta il 10/02/2012 10:38
    Caro Maurizio, tanti ricordi legati al fedele compagno di un anno di naja raccontati con estrema dolcezza come se quel compagno e quella vita fossero propri (e lo sono credo) ed inscindibili della tua vita stessa. La nostalgia che ne trapela è un mosaico di emozioni, sensazioni e di attimi che si rincorrono appresso ad ognuna di quelle stellette sotto il basco.
    Una poesia con la forma di racconto. qualche assonanza o rima di tanto in tanto ricordano la lettura dei versi, in merito la ritaglierei un po' qua e la' per esaltarne maggiormente il discorso poetico che pure ne riempie il contenuto. Nel complesso si tratta di un'ottima lettura a me piaciuta molto ed in parte condivisa anche se io sono stato un imboscato per 10 mesi nelle docce. Unica emozione che ricordo con piacere è il mese che passai a Pozzuoli dopo il car nei camping dei terremotati in mezzo alla neve, come cuciniere. Una bella avventura anche se distante da quelle che hai vissuto tu col baschetto. Complimenti, leggerti è sempre un piacere, forse sentirtelo dire ancora è banale, ma è così e dalle tue poesie emerge un uomo molto particolare: a volte orso a volte docile e romantico.

6 commenti:

  • Vilma il 13/02/2012 15:28
    mi è piaciuta molto... complimenti
  • Fernando Piazza il 11/02/2012 12:39
    Quanti ricordi può evocare un vecchio basco amaranto... però è questo che a volte fanno gli oggetti cari: mediano e a veicolano emozioni, immagini, voci e parole che noi credevamo spente ma che sono solo sopite nel cuore e nella memoria e mai completamente dimenticate, soprattutto se le abbiamo vissute intensamente e con piacere.
  • loretta margherita citarei il 10/02/2012 20:58
    molto mi è piaciuta
  • mauri huis il 10/02/2012 11:28
    Per Anna: perchè ricordiamo sopratutto le cose belle (per fortuna). Ciao e grazie.
  • mauri huis il 10/02/2012 11:26
    Caro Sergio, questo tuo commento vale per tutti gli anni in questa poesia-composizione è rimasta in un vecchio cassetto a far compagnia a quel basco che davvero, come per magia era riaffiorato dal fondo di un vecchio scatolone. So che è un po' "grassa" come molte altre di quell'epoca, ma non ho il coraggio di sforbiciarla, perchè l'amo troppo. Pensa che da allora è la prima volta che la pubblico! E la voglia m'è venuta improvvisa quando ho letto il racconto di Morry di oggi, che è veramente bellissimo. Ancora grazie: un abbraccio!
  • Anna Rossi il 10/02/2012 11:18
    si evince la capacità di leggere il passato con una nostalgia non fine a se stessa ma rivolta ad interpretare il presente attraverso emozioni e sensazioni ottimamente rielaborate. (ma perchè il passsato ci attira sempre così tanto?..)

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