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Notte in stazione

Luci gialle a pioggia
fendinebbia illuminano
binari gelidi dal sottopasso.
Treni fermi nella notte
attendono.
Ferrovieri fumano
si scaldano le mani,
sale d'attesa vuote
hanno ascoltato pensieri
morire.
Odore umano di passaggio
è tutto quello che trovi
a mezzanotte.
Sferraglia un merci,
lacera la fissità
del mondo senza sonno.
Amo il tempo provvisorio
delle stazioni
dove m'accoglie l'indefinito
e resto presa
dalla vanità del nostro andare.

 

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2 recensioni:

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  • Anonimo il 12/02/2012 16:52
    mi affascinano molto le stazioni di notte... e grazie di aver cantato loro una poesia... manca qualcosa... come se l'avessi scritta con il freno a mano...
  • senzamaninbicicletta il 12/02/2012 08:21
    "Odore umano di passaggio è tutto quello che trovi a mezzanotte" forse in quest'odore sta la ricerca introspettiva dell'autrice. "sale d'attesa vuote hanno ascoltato pensieri morire" l'esplorazione di un microcosmo ricco di varietà, un'ecosistema faunistico di animali notturni. In viaggio o in attesa, non importa ciò che conta è l'osservazione e l'ascolto del silenzio rumoroso di una stazione. M piace particolarmente questa poesia, forse è banale, ma mi ricorda l'impressionismo hopperiano, l'immobile staticità dei suoi quadri è ben rappresentata da questi versi. Complimenti

15 commenti:

  • alta marea il 12/02/2012 19:57
    Da l'impressione di essere in stazione, con i suoi strani odori e tutto il resto. Inutile ripetersi con i complimenti, bella composizione.
  • mariateresa morry il 12/02/2012 17:43
    Per Friv: direi che un verso come l'ultimo corrisponde ad un freno a mano rimosso, contro il pensiero della " maggioranza silenziosa", la quale nelle stazioni di notte non vede assolutamente nulla, se non la fretta della propria meta.
  • Alessandro il 12/02/2012 17:26
    Scenario urbano di una stazione nell'ora tarda, un'esplorazione nell'indefinito, tra partenze e arrivi, anche introspettiva. Complimenti
  • Anonimo il 12/02/2012 15:41
    wow questa mi piace un sacco!

    Amo il tempo provvisorio
    delle stazioni
    dove m'accoglie l'indefinito
    e resto presa
    dalla vanità del nostro andare.
  • Gianni Spadavecchia il 12/02/2012 13:20
    Vieni presa da questa vanità dell'andare illustrata in modo ineccepibile. Ciao!
  • Pepè il 12/02/2012 13:20
    L'ho letta con piacere. Bella poesia
  • mauri huis il 12/02/2012 12:36
    Bella riflessione, poeticamente resa.
  • Anonimo il 12/02/2012 12:05
    un sottobosco... di sensazioni... rumori anche di banalità che non è facile, come tu ben dici, descrivere... ma tu lo sai fare... molto bella morry
  • senzamaninbicicletta il 12/02/2012 10:53
    nella recensione ho scritto: "mi ricorda l'impressionismo hopperiano, l'immobile staticità dei suoi quadri", non è esatto volevo dire: "apparente immobilità".
  • mariateresa morry il 12/02/2012 10:35
    Grazie ragazzi, mi commentate sempre con attenzione.. per John: magari bisogna essere allentati a descrivere quello che per molti è solo banalità. Anche la banalità va elevata, essendo molto presente in noi!!
  • Anonimo il 12/02/2012 10:15
    La stazione è per definizione il "non-luogo", dove tutto è indefinito, dove destini ignari l'uno dell'altro si incrociano per separarsi di nuovo e forse per sempre, una zona franca dove rischi addirittura di impazzire, lacerato da desideri opposti e pensieri/ricordi che sciamano e sostano. MT, sei sempre brava: descrivi la realtà, come una pittrice, ma ecco che ci infili il dato psicologico ed esistenziale, che ha lo stesso effetto di un faro accecante. Bella lirica! Mi piaci molto nelle vesti di poetessa urbana - non meno di quanto ti adoro nei panni di poetessa della natura
  • sergio il 12/02/2012 10:01
    un vero squarcio di vita terrena
  • John Barleycorn il 12/02/2012 08:36
    Molto bella... brava... descrivere le sensazioni che altri milioni di persone non provano non è semplice...
  • mariateresa morry il 12/02/2012 08:32
    GRazie Senza,è vero sono hopperiana, perchè accetto la realtà per quella che essa si prensenta e in essa ricerco, ma non pretendo affatto che essa sia come vorrei, nè soffro perchè nn è come vorrei fosse. Una stazione ferroviaria di notte, nella sua nudità, quasi squallore ben descrive il nostro modo di essere sulla terra, sempre in viaggio con mete apparentemente certe. Grazie sempre dei tuoi partecipati commenti.
  • loretta margherita citarei il 12/02/2012 08:31
    molto bella mi complimento

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