Li ritroverete
finestre sfavillanti di innocenza
pur nel sangue che le ha calpestate;
muoiono, è vero,
senza che alcuno avuto abbia,
il tempo di scoprire su di loro,
il velo misterioso e ineffabile del vivere;
ma i loro sorrisi troneggiano,
come coralli abbracciati ai fondali,
e scrivono su ombre di onde
in procinto di compiersi sul mare,
che quella loro gioia incompiuta,
tutto sarà, fuorchè davvero perduta:
"stringeteci le mani,
voi che gemete prostrati,
dinanzi alle nostre esili tombe,
siamo autentici angeli,
pur prima del tempo
che voi che ci amavate
avevate stabilito,
ma il nostro non esserci vissuti futuro,
ci chiede di donarlo a chi vivrà".
Dio donò loro l'anima,
addestrata a urlare più forte e tonante,
d'ogni pugnale,
e d'ogni mano d'orco stritolante,
il potere di rivelare agli uomini,
i messaggi scritti e nascosti,
tra le gocce di pioggia,
le pagine inviolabili d'affetto,
che le nuvole girano delicate,
quando formano un treno di zucchero,
per carezzare le stazioni del cielo;
i bambini assassinati,
sono linee di quadri interrotti,
che chiedono ai nostri pianti,
di farli diventare prismi di luce,
in fasci di ricordi perenni,
sono farfalle d'avorio,
che ogni notte attendono
tra sogni e risvegli,
l'isola tramortita
della nostra anima intristita
per inondarci del mare
della loro voce mai davvero recisa;
sono scarpe con i tacchetti,
che più non calcano un campo di pallone,
ma che corrono soavi e più leggere,
nel cuore delle vere persone,
sono tracce di radici inestirpabili,
che ci chiedono con voce flebile,
di essere albero anche per loro.
"Mamma e papà,
vi prego,
non invitate il dolore
a cenare con le vostre vite,
più non dovrete
pensarmi come acerba, annientata identità,
ma come perla che viaggia nell'immensità,
ci sarà forse un altro bimbo,
che il destino a voi condurrà
portandolo con sè,
la mia missione ora sarà,
la forza di farvi trovare in lui,
le impronte indelebili di me".