In quale sogno
decidesti di rivelarti
senso di un cammino di scoperta,
amato, diletto sole,
intriso d'una solenne staticità,
troneggiante
come una quercia
che nessun verso scomposto di vento
potrà mai sfigurare?
Vivi ora nascosto
ora apparentemente ballerino
nella maestosità inviolabile
di una fissità
imperlata di scienza
e carezzata dal divin volere,
sfera incandescente e incontaminata
di Helios abbagliante e fecondo;
quale volontà
mimetizzata tra i tuoi raggi
sottili eppur saldi,
ti indusse a cercare
i miei tremanti passi da scienziato,
perchè cantassi con la mia teoria,
la voce della tua stabilità;
osservo in questa giornata complice,
il delizioso, compiaciuto sciabordare,
degli altri pianeti intorno alla tua pelle
come tanti ballerini entusiasti,
di ingaggiare con te una danza
per corteggiare una natura ribollente;
regolari, inesprimibili orbite circolari
disegnano i contorni definiti,
dell'amore che ti si deve tributare.
Grazie, orecchio invisibile della storia,
sensibile e sincero,
che il mio peregrinare di ricerca udisti,
e poi conducesti
fino al volto sorridente di Keplero,
e le mani gli ornasti,
con il completamento della mia verità;
non orbite circolari,
ma eleganti e sinuose ellissi,
erano questi passi compiuti
da un riverente sistema planetario,
da indagine a indagine,
da moto a moto,
il sistema scopre il velo,
sulla dama eburnea della sua evoluzione.
Caro Tolomeo,
anima di scienziato puro,
ora che insieme le nostre anime,
transitano tra i fruscii di questa galassia,
so che non mi potrai detestare,
se confutai il tuo fedele pensiero,
che fosse la terra a comandare.
No, caro Aristarco di Samo,
non ho dimenticato,
che potei assegnare al sole il suo primato,
grazie al cammino che ne' tempi antichi,
il tuo ingegno ebbe tracciato.
Copernico fui e sono amico mio,
e il mio esistere un senso avrà trovato,
se insegnato ti avrà,
ad amare quel sole,
che sempre ti illumina e ha illuminato.