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A Johnny Utah

I bianchi gabbiani
che imperterriti
libravo nell'infinito
erano per te
la libertà.

Migravi in estate
in gruppo
sulla spiaggia di Santa Monica
L. A

Lontano da casa surfavi
tra le eterne onde
dell'eterno oceano
che erano dentro e fuori di te,

Spirito libero,
infine insabbiato
nella marcia fanghiglia
di un cimitero,
tutto questo ti è stato tolto

mentre
altro non volevi
che le tue ceneri
venissero offerte
al vento del pacifico.

Ma cos'è la libertà
dopotutto

se non un bianco gabbiano
che imperterrito
libra nell'infinito

ed infine
lento e in adagio muore
arenandosi sulla spiaggia.

 

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3 commenti:

  • STEFANO ROSSI il 03/03/2012 00:43
    grazie mitici un abbraccio. ricorda Giama ogni inizio ha una fine e ogni fine è solo un nuovo inizio
  • - Giama - il 02/03/2012 19:57
    bella Stefano, anzi parecchio bella!
    e la chiusa, delicatamente si adagia, proprio come quel lento svanire della vita; ma non è detto che la libertà subisca la stessa fine, anzi, forse inizia veramente da quel momento...

    complimenti!
    ciao ciao
  • Anonimo il 02/03/2012 18:39
    Immagini che riconducono all'idea di libertà espressa magnificamente nell'ultima parte della poesia.
    Veramente piaciuta, bravo!

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