Sono gola che grida
nell’opacità autunnale,
stridente e profonda.
Sul ciglio dell’atteso risveglio
trascorrono lacrime,
calde e ventose le accolgo.
Sono notte aperta e scivolosa:
rugiada nei nostri occhi,
un grumo di corpi all’orizzonte.
Mi perdo.
E la mia voce è un battito d’ali.