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Manichini di sangue

Noi, anime disperse
in un caos di ghiaccio
e di fuoco:di astratto,
prigioniere della materia,
giammai ricordammo il
sangue che la storia ci
mostrava; giammai
osservammo le nostre
mani di sangue,
di pianti e di urla.
Ahi anime empie,
dannate dal rancore e
dall'invidia, pietre
di vergogna e di morte:
pietre di lapidazione.
Meditate che questo
siete e questa é la vita.
Tu, uomo, sei il sepolcro
d'ogni altro uomo;
la tua vita é l'altrui morte.
Una vita che é, in gran
parte, sopravvivenza.

 

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4 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Raffaele Arena il 07/03/2012 23:38
    Un opera filosofica drammatica di grande spessore, una poesia dal ritmo incalzante
    Tu, uomo, sei il sepolcro
    d'ogni altro uomo;
    la tua vita é l'altrui morte.
    Una vita che é, in gran
    parte, sopravvivenza.

    Bella questa chiusa e tristemente vera, questa lotta in una giungla sempre più selvaggia, noi alieni in mezzo ad altri alieni. Bellissima. Brava, davvero.
  • Anonimo il 04/03/2012 15:54
    vera e tagliente... di impronta fortemente e provocatoriamente aulica!

4 commenti:

  • Anonimo il 22/04/2012 19:26
    La tua conclusione rappresenta aderisci con cinica realtà a quello che sembra essere il disegno non del singolo essere umano, quanto di qualunque specie alimentata dall'esistenza. Filosofeggare sulla nostra essenza stride con una tale semplice frase, eppure in questo contrasto viene abbracciata quella che per me rimane un destino inevitabile, e la voglia d'abbellirlo con ogni mezzo. Mi ritrovo nel concetto espresso, e la maniera in cui lo hai trasmesso ti rende giustizia. Tanto di cappello
  • augusta il 17/03/2012 15:24
    mi piace la chiusa...
  • stella luce il 04/03/2012 22:43
    siamo il frutto di altre memorie passate, e tra le nostre mani scorre il sangue che altri uomini hanno versato, sta a noi interrompere queste catene d'odio cercando di migliorare il nostro vissuto... versi letti e riletti...
  • mariateresa morry il 04/03/2012 10:12
    POesia di tono austero, questa, di Luana. In essa vi si scorge tutto l'impeto della reazione giovanile alle ingiustizie umane. Impeto che con l'età l'uomo tende a placare, diventando egli iù arrendevole. Una vena di pessimismo permane i versi che hanno il sapore di sassi lanciati da un piccolo Davide vincitore. Italiano in alcuni tratti aulico. Il ripetersi del giammai è un po' retrò. Comunque a mio parere è una poesia d'effetto e si legge volentieri.

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