Parole come pietre
non prese e messe a caso
ma scelte e poste ad arte
per dare a un'emozione
ciò che di suo non ha:
forma, senso comune,
percettibilità.
Parole come dita
che toccano nei punti
reconditi e salienti
per risvegliare nervi
e sensibilità
e aprir così la strada
all'emotività.
Parole come forbici
che tagliano nei visceri
e incidono e recidono
non solo quel che c'è
ma quel che passerà
cambiando l'esistente
e l'eventualità.
Parole come note
a futura memoria
che scrivono la storia
quando ancora non lo è
ma lo diventerà:
quella di chi le ha lette
e chi le leggerà.