cos'hai da guardarmi stanotte
pallida dea, luna dei folli?
Tua è la colpa
se la mia anima
è oramai una palude coperta
di canne.
Colpevole è il tuo dolce sguardo
che rese colpevoli le sue dita
sul mio corpo di donna...
tua la colpa se colsi con lui il fiore
che sboccia a mezzanotte
tra l'umido odore del muschio
e delle erbe.
Luna dei folli!
Sei tu colpevole se la sua voce
ancora si alza
nel canto lontano
della mia memoria
e non risponde eco.
Luna dei folli, triste mia amica!
Or che la tempesta
è scavata sul mio viso
ed entrambe riflettiamo il pallido
della solitudine,
resta a fissarmi per tutta la notte...
vedrai, pazienti a lungo, dimenticheremo,
lasciando ad un tiepido vento
rinnovarci il sorriso.