Vorrei poter essere ancora nel ventre di mia madre
nuotare felice nella piscina d'acqua che mi fa vivere
sentire la sua voce dirigere le onde leggere che mi cullano.
Vorrei avere dieci anni per sbirciare attraverso
la semichiusa finestra che si affaccia alla realtà,
un parco giochi per occhi candidi.
Vorrei avere vent'anni e riassaporare l'ebbrezza della magia d'amore
progettare il mio futuro senza pensare che magari niente si avvererà.
Ne vorrei avere trenta e cibarmi ancora dell'ingenuità dei miei figli
averli ancora accanto a me, mano nella mano, proteggerli.
Vorrei avere quarant'anni e partorire nuovamente il mio angelo piccino,
fermarmi lì tenerlo ancora teneramente in braccio e sentire il suo odore,
l'odore del bimbo che cerca la sua mamma.
Vorrei con una bacchetta magica cambiare gli anni a venire
per non soffrire, per smettere di lottare contro un gigante più forte di me.
Per sentirmi viva e non morta.
Quanto è lunga l'attesa di arrivare
il cammino intrapreso è pieno di urla disperate che si sono sparse
come cenere al vento. Ho lottato, tanto, ho creduto,
come da bambina
che mai la morte mi avrebbe scalfito.
Io più forte della morte... ma non delle malattie!
Ed ecco che cammino disorientata, senza meta
aspettando che prima o poi tutto smetta
ritrovando per sempre la mia pace.