Sfioro con le dita
i tuoi seni perlati
che mi fanno soggiogare,
prosciugata,
di note.
Scalpiti nel ventre,
pungi come farfalla,
e come le stelle in estate
mi libri nell'aria,
piena,
nella foga imperitura
del tuo zampillare.
Mi racconti e singhiozzi
di vetrate adagiate di colori,
di bisbigli rotti, oblio,
terrazze assolate.
Dolce pena è per me
toccarti..
accarezzare lieve
la mia vita.
Una posa.. e seguiti
a riempirmi la lingua
di melodie impastate,
ed io
altro non posso
che adorarti,
soffrire con te
nel tuo altalenare
di corde sospirate
e di anime incoscienti.