Di solito non commento mie poesie.
Non che sia un male. Semplicemente non lo faccio.
Intervengo per un'informazione: questa poesia l'ho scritta nel 1973.
La considero una delle più belle della mia non copiosa produzione.
Scusatemi tutti.
Mi fa pensare alla bellezza, intesa in un senso ampio e profondo. Sa di nobile percezione, che racconta di un'essenza che pervade e inebria ogni cosa. Io l'ho sentita così. Complimenti, molto apprezzata. Grazie per la tua attenzione e i tuoi commenti, a rileggersi, ciao.
cosa c'è sia nel cratere che nel sole, sia nella pioggia imprevista, che nel burrascoso mare, che nel deserto? A me vien da pensare che crei, plasmandola con ricordi d'antica civiltà la SOLITUDINE!
e perdonami se ho preso una cantonata! gigi