Giulia sorride
anche se non ne ha voglia,
accarezza la mia faccia
senza ascoltare il dolore,
muove le mani
che hanno smesso di pregare,
si siede su un sasso per guardare
ancora il sole.
Giulia racconta
di sogni smarriti,
di quelli rimasti
e di quelli infiniti,
della sua forza
di donna ferita,
della sua ansia
e della sua vita.
Come le figure sul palloncino
gonfiato dalla bocca d'un bambino
il tempo dilata le nostre distanze
lasciandoci soli con le speranze.
Giulia cammina
sembra che voli,
le prendo la mano.
Non saremo mai soli.