C'è stato un infinito
dove tutto era silenzio e fragore
poi, il tempo ha preso possesso
dell'attimo e della vita
scandendo il tutto tra un tic e un tac.
Non mi resta che assiste in silenzio
cercare d'arginare l'angoscia
al frantumarsi di un amore
consunto, ossidato dall'incuria
svuotato dalla sua stessa linfa poetica
pochi satinati dettagli a effetto ombra
tra bagliori asessuali
connessioni confuse
distratte da riti ossessivi
miraggio deduttivo d'acromatica dolcezza
nella visione di ambiguo narcisismo
dilaga spazi sottili in ondulato deserto
accentuato da un sole palpitante
liquefa spazio e colori
in labirintiche trame di raggi iridescenti.
Un credito d'amore
perso in un mare d'inverno
mentre onde, come sciami impazziti,
si frantumano su rocce frastagliate
spandendo schegge come segmenti vetrosi
risuonano nell'aria, specchiandosi nell'acqua.
Cerco di raccoglierne un frammento iridato
ma espande virando in mille riflessi,
ne assaporo solo l'amaro fruscio
restando rinchiuso
nel mio tempo finito.