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Assenza

Capita che mi ritrovi
a soggiornare
senza permesso
sulla terra dove cammino
come un profugo malvoluto
o un fastidioso bagaglio

il viaggio si fa
sempre più freddo
e se mi guardo indietro
non trovo mare
che mi ricordi casa

il bisogno di un camino
si fa così prepotente
nelle mie viscere
che le sento impazzire
di birra e di bile

nell'aria un verso
un augurio, uno sfottò
dice "non bisogna
piangere da soli"
e dalla gola allo stomaco
si fa sempre più fuoco

guardo il riflesso
nella pozzanghera sudicia
e gli chiedo
"che cosa provi,
valigia ingombrante,
che cosa provi?"

rimango ad osservare
la pozzanghera sudicia
in attesa di un cenno
una promessa, un'ombra
che possa dirmi
che se solo avessi continuato
a cercare
avrei trovato le vele
dall'odore di vita
che v'era un altro mare
da poter viaggiare
che forse non era casa
ma poteva diventare
respiro

Ma il sole arriva
presuntuoso
pensando di portar calore
quando invece
si porta via le mie risposte
lasciando solo lo sporco secco
della mia attesa.

 

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3 commenti:

  • denny red. il 26/03/2012 19:06
    Il viaggio.. guardo..
    rimnngo..
    la pozzanghera..
    il sole..
    Piaciuta! e ben scritta! Brava! Ariele
  • Alèd il 26/03/2012 17:57
    Questo dialogo con se stessi velato di rimpianto... comunque il vento arriva e porta via le risposte..
  • Andrea Pezzotta il 26/03/2012 12:04
    una poesia composta da ottime immagini dove tutto sembra crollare nell'ombra anche all'arrivo del sole e dove l'unica soluzione sembra il vagare senza meta.. molto bella

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