imbronciati visi,
lampi da occhi
stralunati,
parole come tuoni
in un crescendo
di vento rabbioso,
in esplosione poi
di corrosiva pioggia.
Un susseguirsi
di chicchi di grandine
in turpiloquio di infelici
vocaboli.
Il nostro amore nella
tormenta...
le nostre mani
introvabili negli abbracci.
Tu,
lampione incrudito
scalzo agli angoli delle strade,
io, anima povera
di passi fortunati.
Le parole incatenate
alla porta della casa...
Cessata è la tempesta!
Seduti ai bordi
dell'arcobaleno,
nell'aria ora tersa, libera,
il ricordo di un lungo bacio
non ancora terminato.