Girotondi
di piccioni nella piazza
ricordano certe giornate
dagli orizzonti chiusi
tra intrecci quotidiani
e identici ritorni.
Lo scorrere delle ore
per strade indifferenti
dentro una folla grigia
lontana, dal cuore e dalla mente.
Nel tetro muro dei palazzi
s'aprono sogni di libertà
come randagi desideri
mordono, con il pensiero
di boschi folti, densi
di suoni e di colori,
mari confusi al cielo, simili
a irripetibili miraggi,
isole fluttuanti sotto il Sole
di sabbie falbe tra i palmeti,
vertiginose vette aguzze
incappucciate dalle nevi,
venti oceanici dall'Ovest
sulle pianure d'erba sconfinate,
uomini, donne, gesti, parole
strade, città simili a misteriose
scatole cinesi
amori, amici, duri distacchi
resi pungenti dagli sguardi
e dalle spezie d'aria straniera.
Mille segreti rimasti celati
da mille partenze mancate
che non chiedevano ritorni
come non esita un momento
un lordo rivolo di strada,
e se lo fa subito colma
e poi riprende,
nella sua corsa verso il mare.
Forse è utopia infantile
alzare il capo oltre questo
andare via del tempo
lungo la strada
di quel che è stato
chiudere mille volte
l'uscio di una casa.
... per quante volte ancora
fino alla notte della vita?