Vedendomi così m'opprimo
di più non scrivere come sapevo
la penna inerte e dura tra le dita
m'affanna e mi sconsola.
Il suo graffio, aspro e soave
un tempo inebriando m'angustiava
ora poche righe bastano
e penso allora.
Per le strade andavo, e non sapevo
del destino poi che t'aspetta
la vita che allora era mia
corta e solitaria appariva
al mondo non pensavo
scrivevo, e mi consumavo.
Io spero che tu non sappia
quanto di quello ancora è mio
il ricordo incalza
e s'oscura la mente.
Vivo una vita che non s'addice
a chi ligio appare e non comprende
che un uomo è altra cosa
in questa fogna quotidiana.
Spezzare le catene che ci inchiodano
lascia segni sulla carne
Ma occorre,
e fatto sia.