Semplici e adunche ore
sul greto di un'attesa
senza tempo,
bagnata e irta
la tenace sosta
che lieve si confonde
con il pianto.
Favella tace
ma di pensiero
colma la gola
come l'effluvio
tra l'onda e la risacca
che spuma infrange,
sui tuoi silenzi arditi.
Si ledono i filari
quando di acini la via è ingombra
dopo un'estate gialla
corrosa dall'arsura
poichè l'asciutta fonte,
non ha più acqua per la mia sete.