Nella stanza fili rossi cadono dalle pareti e dal soffitto
si riallacciano a se stessi in derivazioni e bacini fluviali
e come raggi laser disegnano porzioni d'infinito
l'interno scoppia esplode verso l'assoluto
vibrazione trattenuta che cresce di intensità
il mio respiro si squaglia in questo pensiero
la mia carne si fa languida come se volesse perdersi
nel fluire delle cose, nello sbarluccicare delle lucciole nel buio
nella vita che chiama.
Ed io rispondo. Non mi nascondo in questo buio
mio
dietro a questi manti strappati lenzuoli che
allagano porzioni prospettiche come tele di ragno
disegno il sogno consapevole di nuotare nel reale
cerco di strappare ogni spezzone della pellicola
per non avere più un immagine ma solo un'essenza
un simulacro ch'esce dalle grotte umide
sfilano serpenti giovani nell'erba fresca e assolata
esagera in un senso piuttosto che in un altro
non perso né perverso né diverso
solamente un altro verso
il sangue che porto
esige ed esegue e si riallaccia
a tutto un fluire permeato di riconoscimenti
come riannusare l'odore di una stessa stanza
ritrovarlo tale e quale eppure
attraversato dagli anni
come una promessa.