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Il sangue nel piccolo giardino

Vi odo
come inviolabili serpenti di rame
a sghignazzare festosi e compiaciuti,
tra le fontane disperse
del mio sangue impotente,
siringhe che vi addestraste a mordermi
con gli aghi vostri figli fedeli
di una follia scaltra e assassina
brava a celarsi tra nubi di indifferenza;
vi invita a pavoneggiarvi
irriverenti e taglienti
il calpestio dei miei rantolii
che giacciono inascoltati
come inutili avanzi di cibo
tra le labbra di questo esile giardino;
la vostra daga di perfidia,
straccia disegni di nuvole
che gemono in un urano disorientato,
spettatrici logorate
dalla mia impotenza a scoprirmi
storia profumata di vera storia;
guarda laggiù
la processione silente
dei giorni che ho smarrito
in lingue di nebbia di illusioni,
ti sapranno raccontare,
di un uomo che non ebbe mai voce
per chiedere a se stesso
di inventarsi uomo
di baci di donne
che schioccavano tra le finestre dell'ombra,
per indurmi ad amare,
l'idea irraggiungibile di amarmi;
forse ha smesso di brillare,
o forse, chissà,
ha deciso di brillare in modo differente,
il lampione della mia resurrezione,
che agita i suoi fasci di luce
tenui come corde di un violino maturo
al di là della barra dell'orizzonte;
anela a parlarmi,
ma non lo odo,
ha due ali racchiuse
nella sua esile lampada
cui vuole infondere amorevole
il siero di un mio nuovo volo.
Ma no,
la droga è come una mareggiata vigliacca,
che mi imprigiona nello stridulo gracidare
del suo annientante risucchio.
E resta questo soltanto
sul filo pungente come ortica selvaggia
del mio destino,
una scia di sangue
che si dispera in un piccolo giardino.

 

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5 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • senzamaninbicicletta il 14/04/2012 01:57
    si è lunga, ma senz'altro una ottima poesia colma di immagini e metafore non facili per il tema che tratta e, proprio questo, necessita di un'esposizione più ampia. Mi sento di chiamare "poemetto" (che non vuol essere assolutamente un diminutivo) questo scritto, forse in contrasto con l'autore, non solo per la lunghezza, ma per l'argomento importante che in una lirica di dimensioni ridotte starebbe stretto. Complimenti
  • Anonimo il 13/04/2012 22:56
    Concordo in parte con quello che ha scritto Vito, ma ti confesso che in questa il filo sembra snocciolarsi da sè. La poesia prosegue veloce ed è leggibile. Mi è piaciuta, bravo!

5 commenti:

  • cristiano comelli il 14/04/2012 11:14
    Certo che accetto il suo parere, e anzi la ringrazio. Ma continuo a non concordare perchè la poesia non è la prosa che può nutrirsi, anzi deve, di descrizioni più aderenti alla realtà, la poesia deve abbeverarsi alla sorgente delle metafore. Detto questo, ovviamente, la sua valutazione è del tutto legittima e, ripeto, di questo la ringrazio. Cordialità.
  • Anonimo il 14/04/2012 11:02
    Caro Cristiano, ho riletto la sua poesia e, non per fare il parafulmine, le dico che mi è piaciuta molto Forse avrei dovuto leggerla con più calma ieri sera.. Rimane però, se posso permettermi, la sensazione che talvolta le dense metafore impreziosiscano il dettato poetico rendendolo un tantino abbondante e non siano funzionali a fare passare il messaggio. Accetti questo mio parere, voglio solo essere sincero; il suo poemetto è ad ogni modo notevole
  • cristiano comelli il 13/04/2012 23:44
    Caro Vito, forse dovrebbe rileggerla perchè non mi trovo praticamente in nulla di quello che lei osserva; e, forse, potrebbe provare ad affrontare lo stesso tema anche lei. In genere a chi critica chiedo di investire le sue risorse nell'affrontare il medesimo tema perchè magari ho qualcosa da imparare. Quanto alla lunghezza, non è la quantità ma la qualità che si deve valutare, e se lei va solo in quantità, mi consenta, la sua analisi ne risulta fortemente limitata.
  • Alessandro il 13/04/2012 23:29
    Un po' complessa e diluita, ma di certo dotata di potenza espressiva. Mirabile la parte finale, dove selve di ortiche fanno sanguinare il tuo piccolo giardino. Complimenti
  • Anonimo il 13/04/2012 22:51
    L'ho letta, probabilmente non molto attentamente, ma sento di poter dire una cosa: c'è una gran classe nella tua maniera, solo che le tue poesie, in genere, sono troppo lunghe e complesse. Credo che le poesie lunghe, per non risultare opprimenti, debbano possedere una certa dose di narratività e prosasticità, senza per questo rinunciare a metafore o a belle immagini; l'ermetismo, che mi pare faccia da padrone nella tua poesia, mal si concilia con i "poemetti": il tono lirico, la tensione sentimentale, distesi per troppi versi, rendono la lettura sregolata e distratta. In poche parole, il lettore si perde in un poemetto del genere. Questo è il mio modesto parere, ossequi!

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