Il tuo sguardo scalpitava
per quegli spalti che scintillavano
piccolo grande atleta
che l'esile conchiglia di Livorno
fece nascere alla magia sfavillante
di un mondo che ruota
intorno a una sfera di cuoio;
mille corse sognate e realizzate
i tuoi piedi hanno saputo disegnare
tiri in porta emergevano
dal grembo appassionato
del tuo fiero competere
che chiedeva sorgenti di pagine
alla fonte immacolata del tuo futuro;
non sapevi, Piermario,
che quel cuore cui avevi chiesto
di disegnarti calciatore sopraffino
ti avrebbe tradito un giorno,
stracciando per sempre il tuo destino;
no, non c'è ne vi sarà mai spiegazione,
ma soltanto un'infinita,
insopportabile prostrazione,
nel vedere che quel mondo che avevi sognato,
si è dileguato in un filo traditore di fiato.
Fermarsi per ricordarti,
almeno un giorno
è quanto il campionato ha scelto di fare,
per gemere del tuo viaggio senza ritorno;
poi la palla riprenderà a rotolare,
con la missione scolpita nel cuore,
di saperti ricordare;
dovunque tu sia, ora, Piermario,
insegna a questo calcio traballante,
a mantenere saldo e vivo
quello spirito che tu custodivi
di vero, autentico,
purtroppo sfortunato sportivo.