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[Senza titolo]

L’occhio che vede
Nel buio del primo respiro
Inganna con fosfori laminati
L’anima trattenuta a toraci aperti

Terra sopra le righe
Note spezzate
Tetti che illuminano lune chiuse al cieco mai

Chi porta via la vita?
Eserciti di funamboli
Scompongono parole non dette

Non sempre l’emozione si traduce
Spesso il sentire si fa verbo

Nella spirale del cammino vedo te
Bambina
Occhi come fossati
Labbra sudate

Non sapevi che la brina potesse far male
Un oboe lontano ti richiama a sé
Come zingara te ne vai a piedi nudi

Il mondo non s’accorge del tuo peso
Sassate d’indifferenza ti macchiano di sangue
Tanto dolore per un sorriso a stenti

Il niente ti fa compagnia
lo porti a spasso
fiele sulla lingua

Le vele ammainate, l’ancora issata
Alla deriva
Resta
Urla il tuo gelo
Ti riperdo per l’ultima volta

 

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6 commenti:

  • laura cuppone il 20/06/2007 23:18
    mi chiedo Andrea, leggendo le tue opere, se in realtà leggerle non sia una scusa per attirare l'attenzione, focalizzarla tra le righe di ciò che si legge...
    le tue immagini parlano sempre di inevitabile destino, un'urlo soffocato di protesta e impotenza... spesso il sentire si fa verbo...
    cercherò di leggere e sentire...
    ciao L

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