In medio est virtus
in excellĕre gratia dïvïna
questa l'antica saggezza
(e l'attuale rovina)
d'una civiltà un tempo grande
e ora gretta e meschina.
Ciò ch'era medio è mediocre
ciò ch'era eccelso banale
e avere, non meritare,
è l'etica attuale.
Alla berlina, al pubblico lubidrio
chi di sfortuna fallisce
o di stenti perisce
simbolo d'una morale amorale
che aborre i perdenti.
Slarga così la tribù degli inetti
indifferenti ed abbietti
verso chi vuole campare
senza anelare o pretender fortuna.
Sbraga così la tribù degli ignavi
schiavi senzienti di qualsiasi luna
e sempre e comunque in balia degli eventi
con cui la cieca e dispotica sorte
apre o preclude a noi tutti le porte
da cui dobbiamo per forza passare.
Porte per cui non c'è lasciapassare
sorte che ormai ci ha ridotto allo stremo
ma non per questo
supplicheremo!
Avremo anzi più cari gli affanni
per tutti gli anni che ancora
dovremo campare
e quando al nulla, o al tutto,
dovremo tornare
vi lasceremo una lapide spoglia
con sopra inciso l'incipit su scritto:
in medio est virtus
in excellĕre gratia dïvïna
per una vita che vuole esser degna
e non gretta e meschina!