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Fratelli d'Italia

Fratelli d'Italia l'Italia s'è desta,
parlo di quella, non certo di questa.
Adesso dell'inno che cosa è cambiato,
cosa ne pensa di questo lo stato?
Quell'elmo di Scipio tanto parlato
in casco integrale è stato mutato.
Come vittoria abbiam la Brambilla
per un turismo che poco sfavilla.
Roma fa leggi e le manda repente
alla gente d'Italia che schiava si sente.
"Stringiamoci a coorte" è stato abolito
perché il senatur si sentiva tradito;
"perché siam divisi" nessuno lo sa,
era d'uso così e così si userà.
"Pronti alla morte" neanche per sogno
il parlamento non ne vede il bisogno.
"Uniamoci, amiamoci, l'unione e l'amore"
di questo se n'occupa un famoso signore.
"I bimbi d'Italia si chiaman Balilla"
infatti c'è sempre chi parla e chi strilla;
chi rompe i Maroni, chi se La Russa.
Sacconi spartisce, Tremonti ci bussa,
nessuno più pensa a "Le spade vendute"
abbiam deputati di larghe vedute:
c'è chi telefona, chi illustra la legge,
chi gioca all'iPod, chi parla e chi legge
è Fitto di generi il Transatlantico,
perfino i nomi han del romantico:
ci sono Lupi e Gatti, Orsi e Leoni,
Barbari e Angeli, Zucche e Meloni,
Cardinale e Papa Angelici e Fini
e proprio per questo non fanno Casini.
Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta,
corriamo al palazzo lì si fa festa.

 

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26 commenti     9 recensioni    

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9 recensioni:

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  • Un inno trasformato in versione ironica spiega come vanno da noi le cose per quanto riguarda la politica italiana, ma allo stesso tempo mette allegria, in quanto è stato stilato in modo gradevole e degno di essere letto e poi riletto.
    Bravo Ugo.
  • Pepè il 31/05/2012 09:20
    L'inno italico come spunto per una ironica critica patriottica: ottimo lavoro.
  • Cinzia Gargiulo il 21/05/2012 09:24
    Poesia che ben affronta la situazione attuale del nostro paese oscillando, come ogni buona satira, tra amarezza e ilarità.
    Apprezzata per contenuto e forma.
  • Anonimo il 19/05/2012 14:13
    La capacità di osservazione di Ugo garantisce l'attuale avvenimento politico dettato in un poemetto (versione ironica. Giusta la limpidezza espositiva, il periodare, la dovizia di espressioni in un momento di una Italia posta allo sfascio.
  • Donato Delfin8 il 19/05/2012 00:22
    Analisi ironica con giochi di parole molto pungente.
    Poesia da musicare come inno contro a malapolitica.
  • Don Pompeo Mongiello il 14/05/2012 14:38
    Ci voleva proprio questa parodia, che io vedo come denuncia a chi oggi si culla a spese dei nostri morti accisi per quel ideale.
  • Anonimo il 11/05/2012 21:17
    Caro Ugo, un inno con cui tanti sono andati a morire per fare quest'Italia che oggi, in mano alle persone che lei ha citato nella simpatica parodia, è diventata la vergogna di tutti.
    Mi chiedo ancora se questa gente, oggi, conosce le parole e se canterebbe l'inno con lo stesso spirito di una volta!
    Io li vedo alquanto stonati... forse perché distratti dal suono degli euro!
    La sua poesia mi è piaciuta tantissimo. Detto tutto con la verità tipica della satira e dell'ironia! Complimenti!
  • Rocco Michele LETTINI il 11/05/2012 20:59
    Una parodia al nostro inno nazionale del tutto encomiabile... piena di verità e musicalità...
    "Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta,
    corriamo al palazzo lì si fa festa"... il guaio è che non siamo provvisti di un Codice PIN (Poveri Innocenti Nazionali)...
    IL MIO PLAUSO E LA MIA... SPERO GRADITA RECENSIONE...
    IPERBRAVO MASTRUGO NEL L'AUREO CONIO NAZIONALE... CIAOOO!!!
  • Anonimo il 11/05/2012 20:43
    Caro Ugo, correrei volentieri al palazzo, ma non mi farebbero entrare. La pappatoia la dividono tutta tra di loro e, a quanto pare, non basta mai.
    La sua poesia, tra ironia e satira, esprime una verità così vera che l'Inno di Mameli, piuttosto che un invito alla riscossa, suona quasi come un de profundis per l'Italia e gli Italiani, sperando che prima di noi sprofondano negli inferi tutti quei ladri che ci hanno e che ci continuano ancora a governare, da destra a sinistra, passando pure per il centro e con l'appoggio esterno di tecnici e affiliati alla grande finanza, col beneplacito del grande capo eletto da chi non ci ha mai rappresentati.
    Poesia molto piaciuta e apprezzata. Speriamo che sia un ennesimo motivo di riflessione e di presa di coscienza per gli Italiani che ancora continuano a votare secondo abitudine, senza pensare alle conseguenze per se stessi e per i loro figli!

26 commenti:

  • Mario Olimpieri il 30/11/2012 11:53
    Ho fatto il commento del "Transatlantico" ed è apparso ANONIMO; voglio invece specificare che sono Mario Olimpieri.
  • Anonimo il 30/11/2012 11:47
    Se il noto "Transatlantico" di Montecitorio, nel suo completo affollamento, facesse la fine del Titanic, non si alzerebbero in Italia grandi pianti: certamente solo quelli di coloro che condividono i dubbi ideali e spartiscono i succulenti stipendi e i fiumi di denaro che sfociano nei partiti e che addirittura non è possibile controllare, a causa della enorme portata di quei fiumi. A noi che navighiamo invece su una misera e insicura barchetta non rimangono che briciole e lacrime; queste ultime, unite a quelle di tutta la collettività, formano fiumi ancora più straripanti di quelli della politica. Voglio sperare, però, che alla fine ogni nodo arrivi al pettine; e non ci sarà scampo nemmeno per i pelati!!!
  • Giuseppe ABBAMONTE il 05/08/2012 10:53
    Una satira davvero piacevole e, forse, fin troppo garbata.
    Giuseppe
  • salvo ragonesi il 02/07/2012 07:53
    non avevo letto ancora questa tua bella c'e n'è pertuttiper belli e per brutti bravissimo Ugo sempre in gamba un salutone salvo
  • Anonimo il 30/05/2012 19:53
    C'è di tutto in questa stupenda poesia... verità storiche, attualità politiche, saggezza, precisione nelle affermazioni e nei contenuti, ironia, fantasia, competenza... grande Ugo. La faccio mia, per dirla "alla parlamentare". Ganzerrima( neologismo tosco-elbano)ciaociao
  • Cinzia Gargiulo il 21/05/2012 09:20
    Mentre al palazzo si ballava il bunga bunga e ci si divertiva con i nostri soldi, mentre il "verde folletto"(tu sai Ugo a cosa mi riferisco) ci faceva credere di essere onesto e lavoratore e osannava il Nord a scapito del Sud per fortuna la punta dello stivale si allenava per "sferrare un calcio nei Maroni"... E speriamo che ora tutti uniti, come veri fratelli d'Italia, siamo finalmente pronti per sferrare il calcio definitivo con cui chiudere i partiti... Perdòn... la partita...
    Ottima satira...
  • denny red. il 21/05/2012 06:57
    Che devo dire... Ugo, il tempo.. dice già tutto, è una storia infinita.. che.. che solo un peccato può salvare un domani, e.. ora come ora, non mi viene nulla da dire.. so solo che.. le piazze son diventate pizze per tutti i gusti, e dietro gli angoli non ci son più nemmeno i gatti. Vediamo cosa succede... e Preghiamo! Ottima Ugo, Abbraccio...
  • loretta margherita citarei il 20/05/2012 20:31
    la leggo ora dopo che da mesi è stato destabilizzato quella specie di governo, una poesia che ha colto appieno quella parentesi politica, speriamo che si desti il popolo italiano alle prossime elezione ricordando quello che queste neglette persone hanno fatto, stesura perfetta complimenti ugo
  • Daryl il 20/05/2012 18:03
    Ironia poetica, sottile ma tagliente come un coltello a doppio filo... Che centra il cuore pulsante della nostra situazione
  • nicoletta spina il 19/05/2012 15:49
    Che tu sia un grande poeta lo so da quando ti conosco, hai garbo, classe, eleganza, saggezza e dono poetico. Ma con questa tua dimostri di avere anche il senso dell'ironia e dell'umorismo e la padronanza di saperli usare con acutezza e divertimento. L'ho sempre detto e ora lo ribadisco :sei grande
  • augusto villa il 19/05/2012 14:57
    Ah... A otto anni... neppure sapevo... cosa fossero gli anarchici... Ma t'assicuro: ... da quella volta... cominciarono a starmi simpatici...
  • Anonimo il 19/05/2012 14:42
    Mi sa... che il mio commento sara' un poco lunghino... a differenza di come scrivo le poesie...
    Premetto che l'inno di Mameli non m'è mai piaciuto.
    Penso di essere stato uno degli ultimi bambini ad essere letteralmente bacchettato sulle mani... semplicemente perchè mi rifiutavo di cantarlo a scuola. Ero in terza elementare, avevo otto anni. Non volli cantare quell'inno... e non lo cantai neppure dopo le bacchettate ricevute con gusto sadico dal mio maestro di canto davanti agli ochhi compiaciuti della maestra e quelli divertiti/sbalorditi dei miei compagni di classe.
    Non mi convinceva quel "siam pronti alla morte"... e tantomeno non mi convinceva il fatto che qualcuno pretendesse questo da me.
    Con che diritto?... Mah.. non hanno mai saputo rispondermi...
    È un inno che non accetto e che no merita, secondo me nessuna considerazione..."Ah.. sei un piccolo anarchico eh?... Vieni qua... che t'insegno io cos'è la patria!" Ricordo molto bene le parole di quel deficiente del maestro... ricordo il gran male... ricordo che nessuno venne o parlò in mia difesa...
    Non lo cantai mai e mai lo cantero'... neppure con un fucile puntato al petto... MAI!!! Rispetto alla patria... ho già detto in "Cane sciolto" come la penso...
    La patria altro non è che un "orticello di pochi"... Non morirei per il mio orticello... figuriamoci per quello deglia altri...
    ... Ma guardiamoli... e più che ascoltare quel che dicono... guardiamo ciò che fanno!!!... Qui in Italia, purtroppo la coscienza politica non esiste; esiste solo sotto forma di "tifo"... Sì, qui ci sono le tifoserie, non c'è amore per l'intero paese, c'è solo amore per chi ti fa i favori... o per chi ti è pi? simpatico... e come i tifosi... ognuno non è disposto ad ammettere i propri torti... Ognuno vede solo le proprie ragioni. No... in questo paese non ci sono "fratelli"... e neppure "cugini". I "padri"?... e chi se li ricorda?...
    Fratelli d'Italia... perchè siamo una "grande famiglia"... Certo, appartenere alla grande "famiglia"... questo conta!!!... Siamo un popolo di mafiosi, noi... e questo mi disgusta.
    Ora coi professori al governo ci fan credere che le cose andranno meglio... Ahahahah... Pensa: hanno messo Previti nell'antimafia... Detto questo ho detto tutto.
    Questa mattina è successa una cosa davvero grave...(attentato alla scuola di Brindisi)... ma noi... ci siamo abituati... Ti saluto carissimo Ugo, con un cuore che pompa solo fiele... Sono davvero amareggiato...
    La poesia... o canzone che sia...è bella... uno sberleffo che va a segno... Ecco, questo potrebbe essere un inno che canterei volentieri!!!
    Darei sì la vita... ma solo per sfasciare gli steccati degli orticelli... ed i denti ai loro proprietari
    Grande Ugo!!! -----
  • Anonimo il 19/05/2012 14:06
    Gustosa! Per di più è dedicata alla nostra Costituzione. I partiti sanno che mettere mano alla Costituzione, a questa Costituzione vecchia e superata, concepita in un periodo storico completamente diverso da quello di Mameli, resa sacra e inviolabile, sarebbe la loro fine e la nostra salvezza.
  • claudia checchi il 19/05/2012 13:25
    trovo che sia scritta in ottima rima, ma che fa capire una vera e dura realtà vedendo i momenti che stiamo passando, in questa Italia.. dove tante persone hanno dato la vita x un un'Italia migliore... ma " ) i miei sinceri complimenti grande Ugo... un vero inno ciao..
  • Donato Delfin8 il 19/05/2012 00:35
    ops ho fatto un po' di Casino ziuro non volutolo

    non ho contato bene ma sembrano a prima vistola
    endecasillabi comuni giusto? ...
    e baciamo le rime
  • Donato Delfin8 il 19/05/2012 00:25
    eh bè mi sa che le montagne si spostano da sòle
    eh già non bisogna essere andare per cime le rape spuntano zempre
  • - Giama - il 18/05/2012 13:53
    Carissimo Ugo, hai scritto una splendida opera!
    La "vedrei" bene recitata da Benigni in qualche suo spettacolo, infatti possiede la stessa carica ironica e, allo stesso tempo, analoga profondità, caratteristiche distintive del bravissimo autore menzionato.
    Tra l'altro leggo, tra le righe, un pizzico di amarezza derivante probabilmente dalle ferite prodotte dalla condizione in cui la nostra Patria è stata ridotta.

    Che dire ancora se non tanti, ma tanti complimenti!


    Ciao e a presto.

    Giacomo
  • Vincenzo Capitanucci il 18/05/2012 13:12
    Caro Ugo... una bellessima Macedonia.. l'Italia è diventata... con un Tallone d'Achille...(economico)... che la politica... malmena...
    come dici Tu... corriamo al palazzo lì si fa festa... perché in piazza e per le strade si muore... non con gloria... ma di fame...
    un ottima Poesia-Satira... con in sottofondo l'inno di Mameli... molte belle le rime ed i giochi di Parole...
  • mauri huis il 18/05/2012 12:39
    Che dire di questa frizzante e pungente satira che anch'io (berlusconiano per disperazione) personalmente condivido? Una pernacchia sarebbe la colonna sonora ideale, ma non me la sento di maramaldeggiare, sopratutto quando nella merda ci siamo noi e l'alternativa sarebbe una merda di colore diverso (mi si passi il gentile vocabolo). Dico dunque allora che dovremmo un po' tutti guardarci dentro, perchè quel comico universo parlamentare è la caricatura di cio che siamo come popolo e come nazione. Attenzione, però, che caricatura vuol dire esagerazione, mica invenzione. Quindi piano con le pietre, e cerchiamo di recuperare un po' di sano equilibrio etico e morale. Se non vogliamo finir troppo male. Ecco, ho fatto anch'io una rima baciata. Il tuo esempio è stato contagioso. Complimenti Ugo, e mi scuso per non aver letto prima questa tua, ultimamente sono un po' distratto. Ciao e grazie.
  • Bruno Briasco il 18/05/2012 11:41
    La tua satira ironica rappreseta quanto di più vero sta accadendo a quest'Italia ormai fallita. Bisogneebbe mandare la tua lirica a Palazzo cosicchè si aggiunga alle 1000 voci protestanti questo degrado umano che torna a beneficio soltanto dei potenti e degli "abitanti" del transatlantico. Bravo Ugo, ben scritta, per nulla offensiva e volgare ma sapientemente eleborata con grazia e stile al par tuo.
    Complimentissimi davvero. Un caro abbraccio
  • mariateresa morry il 18/05/2012 11:06
    Questa tua opera Ugo dimostra non solo la tua sgargiante abilità compositiva ( ha un ritmo notevole e lemmi calibrati) ma soprattutto sa " mescolare" amare constatazioni sull'andamento di questa povera Nazione a momenti di straordinaria ilarità e comicità, cosa tipicamente italiana... una dote che forse spesso ci ha salvato dal baratro. Ridendo castigat mores. Ne sei un fulgido esempio, bravo Ugo!
  • Auro Lezzi il 18/05/2012 10:57
    Caro fratello italiano... Ti sei espresso con ironia e bravura stratosferica... Ogni riferimento non è certo casuale e tu Ughetto li hai azzeccati tutti... Sono d'accordo con chi dice che i poeti potrebbero contribuire a sfascio e rinascita di questo paese... E tu sei in prima fila... Ciauuuu,
  • rosanna gazzaniga il 14/05/2012 19:44
    Una poesia ironica e condivisa! Siamo davvero conciati bene, con questa casta che riesce ad accordarsi solo quando si tratta di inventarsi privilegi quali pensioni d'oro ed altro. Ma forse il giochino al litigio fra di loro, che piaceva così tanto agli italiani, abituati al campanilismo da stadio, e che impedisce di vedere la realtà di IGNOBILI accordi, potrebbe essere finito con la nuova consapevolezza! io ci spero!
  • Carlo Diana il 14/05/2012 12:27
    li seppelliremo a suon di poesia e satira. Testo pungente, molto apprezzato
  • Anonimo il 12/05/2012 20:40
    Un inno singolare, poetico, originale, magistralmente azzeccato, in cui l'autore ha inteso esprimere i pensieri su come i FRATELLI D'ITALIA l'hanno costruita. Chissà se i politici, leggendola, potranno comprendere la situazione in cui hanno coinvolto, tristemente, il popolo italiano. Su questo bel testo ci sarebbe da scrivere per davvero molto. Grazie per i tuoi commenti, sempre graditi, alle mie poesie. Buona domenica, SUPER-POETA
  • Anonimo il 12/05/2012 16:48
    magistrale lirica... che mette in risalto tutta la tua bravura... su un tema tanto scottante e penoso... con stima crla

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