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Padrone del Cielo

Ricavo un sorriso
dalla forza di una lacrima,
godo di un piacere
che si bagna nel sangue
di ferite destinate a rimanere aperte.
In una pozzanghera limacciosa
scorgo il riflesso dei miei occhi,
ed in essi ritrovo il trono
della mia volontà.
Rinnego fino in fondo
un Cielo che sia sempre sereno,
rinnego con tutte le mie forze
l'azzurro ceruleo che troneggia
sovra l'universo nei lunghi meriggi estivi.
Accolgo la tempesta e la bufera
a braccia aperte.
Mi farò colpire dalle saette,
e da esse ricaverò nuova energia,
dalla neve mi farò ricoprire
fino a scioglierla con un sospiro del cuore.
E quand'anche tempesta e bufera,
fulmini e saette, neve e tormenta
si saranno scatenati e poi placati,
rimarrà solo un Cielo sereno azzurro e schiavo,
di cui io sarò l'unico padrone.

 

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2 commenti:

  • Maria Rosa Cugudda il 17/05/2012 19:42
    Opera di grande spessore poetico e spirituale,
    veramente stupenda!
  • Anonimo il 12/05/2012 17:17
    Accettare con serenità quello che capità in attesa di un futuro migliore: un atto di fede. ***** Franco

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