Osservavo dal basso
quella quercia, contando
le sue foglie morte.
Era un nido di
ricordi, di amara
solitudine; era
maestosamente gotica.
E io che mi
abbracciavo a lei,
abbandonandomi tra
le sue rughe di
antica nostalgia,
tradite dal tempo e
dall'amore.
Io quasi un fungo,
piena di quell'istante,
ignara dell'inutile velocità,
della fame di speranza.
La mia mente giaceva
nuda, spoglia di foglie,
vuota di sentimenti,
sola come il vento,
sola senza il vento,
accanto ad un'anima
di sole radici.
Era un'estate senza colori
e tremavo, quasi come se
stessi piangendo, quasi come
se fossi morta.
Mai una lacrima tormentava
il mio orizzonte, eppure
la mia ombra celava
un'umida verità.
E io osservavo dal basso
quella quercia, contando
le mie foglie morte.