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Lì dove i gatti vanno a morire

Come una sfinge
osservo scene d'esistenza
che paiono sempre uguali,
m'isolo,
sbadiglio e m'avviluppo pigro

volgo lo sguardo annoiato
sui bei giochi di luce
tra le foglie
e sui gomitoli colorati
oramai disfatti
di gioiose emozioni trascorse,
giacciono in angoli bui

vibrisse logore e stanche
di ripetute e umide carezze
-solo mie-
sputo palle di pelo miste a rabbia
e nuda disperazione

sono stanco di udire parole
graffianti,
più dei miei artigli
e così stanca è la mente...
e con-fusa

alla speranza
ho regalato oramai più di una vita,
ne avevo sette
-dicono-
e sono rimasto senza

con passo felpato
vorrei recarmi in quel luogo segreto,
nel luogo che nessuno sa,
da solo,
fiero e indifferente,
vorrei andare
lì dove i gatti vanno a morire.

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 20/05/2012 19:50
    essere gatto animale sacro... sette vite... più di una vita regalata e con-fusa... giochi di luce gomitoli colorati... che originali e belle metafore caro Marco...
  • Anonimo il 17/05/2012 08:24
    andare a morire in un posto rilassante dove si sentono ancora i rintocchi dell'anima che pulsano nel petto non sovrastati dal chiasso dei pensieri e delle paure date da questo mondo con artigli acuminati e velenosi... morire per rinascere però... per rinascere in ogni attimo... profondo soggetto poetico ed impeccabile stesura... complimenti

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