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Viaggio nel passato

la notte oscura si finge mesta
la giunta quiete muta in paura
le ore mi scrutan ed è tortura
figuro il diman giorno di festa

il trillo del tempo ora mi desta
la realtà nel sogno è storia dura
l'arguzia vera è priva di mura
l'anima pronta e l'uscita lesta

il gaio volo nell'aere lucente
l'approdo in aspro e tristo loco
visi nuovi dal ghigno indolente

scrutar il remoto sia come foco
volto a scoprir che l'umana mente
sia verità, mai fantasia di gioco

come il cammin in antiche ere
sia per l'ingegno forza e mestiere

 

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2 commenti:

  • mauri huis il 25/05/2012 20:40
    Bel colpo Sergio: buono il testo e alto il significato, ma la scelta del sonetto caudato meriterebbe l'endecasillabo: attraverso la maggior duttilità di accenti eviteresti la cadenza un po' troppo uguale e monotona del decasillabo. Anche così comunque meriti un plauso: il gioco delle rime è molto bello. Complimenti.
  • Anonimo il 25/05/2012 10:55
    bellissima lirica sergio che porta a riflessione bravo