In ricordo di Te
che mi senti parlar
lascio fiore,
il dipinto
che ti vide sul mar.
Per la chioma che splende
dal Ciel,
voglio ancora cullarti
e sognar.
C'era sempre la mamma
che cuciva per Te.
Lasciò ancora una
gemma nel riquadro di un dì.
Sulle pagine ingiallite,
nel segreto di un sofà
quattro rose, cinque gemme,
quattro tegole.
Un fienil...
Ero solo una bambina,
che vagava col pensier...
Nel meriggio, tra le canne,
vidi un sogno, insieme a Te
ma rividi l'orto stanco...
Poi, l'affranto genitore
Feci il salto di un secondo,
quasi in volo per l'età,
ma la negra terra e l'orma
riacuivano il dolor.
Sulle pagine sbiadite
al mistero dell'età..
Quanti nidi, quante foglie...
una casa,
Il Professor...
Ma la stanza al ciel d'ottobre
mi intravvide e mi parlò.
Scrivi ancora una legenda
per bimbo che morì.
C'era sempre un filo d'ambra,
ma il bucato non c'è più.
C'era ancora la bordura...
Quella tomba dispari...
Se mi incontri
al ritorno...
Non lasciarmi perché...
Ti rividi a vent'anni
col sorriso di allor.
Ti risento nel canto.
Sono sempre con Te.