Ho tessuto reti d'attesa
e come una Penelope inginocchiata
ho reso folle la mia tela,
con ricami stretti e nodi,
con punti fermi come approdi.
Ho atteso che il tramonto oltre le dune,
mi desse refigerio sulle spalle
e che la Luna, quando occhieggia appena,
avesse avviluppato di pallore la mia schiena.
Ho respirato polline di tiglio
quando il vento si ergeva tra le foglie
e l'ondeggio del tronco sul meriggio,
sembrava intonare un canto desolato.
Salate lacrime corrosero le gote
che divennero mestizia sullo scoglio,
dove l'impeto del mare uggioso e nero
sbatteva l'infinito d'un corroso remo
che non sapeva più dare rotta alcuna,
ad un pensiero logoro e maldestro.
Ho tessuto reti d'attesa
mentre le orme del mio solerte andare
lasciavano impronte,
passi veloci da cancellare.
-volevo smarrire scaglie di conchiglie-